Imbersago, in mostra a Monza i vincitori del Premio Morlotti

Opera di Maurizio Pometti

Domani, venerdì 10 febbraio, è in programma a Monza la mostra con i dipinti di Zuzana Pernicová e Maurizio Pometti, freschi vincitori del Premio Morlotti di Imbersago.
L’esposizione, dal titolo Paesaggi alternativi, sarà allestita alla Leo Galleries e curata da Simona Bartolena e Giorgio Seveso, e sarà aperta al pubblico sino al 4 marzo.

Premio ex aequo

I due coetanei, classe 1987, Pernicová e Pometti sono stati premiati ex aequo e nonostante uno stile pittorico completamente differente sono riusciti a conquistare in egual misura gli illustri componenti della giuria, i critici Bartolena, Seveso e Chiara Gatti.

«Le opere di Zuzana Pernicová evocano situazioni instabili e rarefatte in bilico tra intensità emotiva e osservazione a distanza, vissute sempre sul filo della rappresentazione iconica. Nata a Brno (Repubblica Ceca) nel 1987, si esprime con una pittura vivida, carnosa e insieme delicata, dove fa confluire atmosfere sognanti e poetiche filtrate da una personale visione del mondo, alla ricerca di un sempre mutevole equilibrio interiore. “La solitudine, il silenzio, la ricerca di un rapporto con le cose e con il mondo tramite la natura: ecco alcuni degli spunti che si mescolano nell’attenzione creativa di questa giovane artista, sospesa tra profondità e contemplazione sul margine delle apparenze, vissute sempre al limite della figuratività. Nel suo lavoro – dice lei stessa in un’intervista di qualche anno fa – circola come un profumo sottopelle delle atmosfere sospese di Tarkovsky, della malinconia rarefatta di Ingmar Bergman, film e libri dell’esistenzialismo… Ma in lei l’intonazione è ben lontana dall’essere libresca, mentale o filosofica, e al contrario si risolve tutta in una pittura ben vivida e fisica per quanto pensosa e gentile, intessuta in filigrana di calore lirico acuto e appassionato, partecipe e interrogante. In lei il simbolo, il sogno, l’allusione sostengono l’immagine con una profonda, sorprendente maturità che ha tutta l’energia interiore di un giudizio sul mondo»

«Tra figure incerte, come di vecchie fotografie slabbrate o di polverose cartoline ritrovate in fondo a un cassetto, il lavoro pittorico di Maurizio Pometti (Catania, 1987) è apparentemente classico, ma la sua narrazione, dall’andamento lento, quasi un attimo rubato al trascorrere del tempo, rivela alla distanza una realtà ingannevole, differente, ambiguamente sospesa tra ciò che è stato e ciò che si è percepito o soltanto immaginato. “C’è qualcosa che proviene dal passato nei dipinti di Maurizio Pometti: un’eco, un filo che si intreccia nella memoria (individuale e collettiva) e che appartiene alla storia del nostro Paese. Un racconto tutto italiano. Un’atmosfera e un’iconografia che hanno il sapore di un romanzo storico, di un film neorealista, di qualcosa che ci appartiene, un ricordo sfocato eppure persistente. (…) L’immagine, fissata dall’obiettivo, supera l’esistenza stessa dell’individuo immortalato, si fa assoluta, continua a vivere autonomamente. (…) Il monocromo azzurro, questa particolare gamma cromatica sulla quale Pometti insiste, rende questa sensazione ancor più profonda, proiettando chi osserva il dipinto in una dimensione altra, atemporale, da una parte famigliare, dall’altra distante e immaginifica»