Provincia, l’alienazione della Casetta di Fiumelatte accende il dibattito

Una mozione nel prossimo consiglio provinciale per discutere della villa di Fiumelatte da parte di “Provincia territorio bene comune”.

Il gruppo di opposizione che di unisce all’interrogazione di Antonio Rusconi, esponente dei Civici in provincia, parte dal PGT del Comune di Varenna e dal tema dell’alienazione che escluderebbe “la realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, le attrezzature a servizio del personale addetto alla residenza per il personale di custodia” . Quello che si chiede è un confronto con la provincia e il Comune in vista della messa all’asta anche di un secondo immobile parte dello stesso compendio.

La “Casetta di Fiumelatte” recentemente è stata aggiudicata all’asta ad oltre il triplo del prezzo a base d’asta. «Come già rilevato dal Consigliere Antonio Rusconi, l’immobile in questione risulta gravato da un pesante vincolo urbanistico che ne limita drasticamente le possibilità di utilizzo – si legge nel testo della mozione – Si legge infatti nella Scheda d’ambito n. 5 del Piano di Governo del Territorio del Comune di Varenna che è esclusa qualsiasi destinazione non riconducibile “alla realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, le attrezzature a servizio del personale addetto alla residenza per il personale di custodia.”
Curiosamente tale determinante circostanza non è stata dichiarata nell’avviso di gara pubblica redatto dal Servizio Demanio e Patrimonio immobiliare della Provincia. Il capoverso “Vincoli all’uso degli immobili in vendita” riporta infatti soltanto un fugace, quanto scontato, riferimento al vincolo storico-artistico del “compendio immobiliare denominato Villa Monastero”.

Comune e provincia avevano firmato un protocollo per il rilancio

«Apprendiamo – continuano gli oppositori – che la scelta è quella di procedere con
l’alienazione dell’immobile che ha letteralmente colto di sorpresa Sindaco e Amministrazione Comunale. Soprattutto in considerazione del fatto che in passato Comune e Provincia avevano congiuntamente lavorato ad un protocollo d’intesa finalizzato alla tutela e rilancio in ambito pubblico del manufatto, riproponendo esperienze di successo già esistenti a
Varenna. Ciò fa supporre, con una certa ragione, che il Comune di Varenna non sia
particolarmente disponibile a rivedere la destinazione urbanistica dell’immobile, in quanto legittimamente determinato a confermare l’interesse pubblico della proprietà.
Inoltre, l’affermare pubblicamente che la struttura abbia “destinazione catastale
residenziale”, come in più occasioni ha fatto la Presidente Hofmann, senza specificare che tale destinazione è, di fatto, resa nulla dal PGT del Comune di Varenna, suona beffardamente fuorviante.
Appare quanto meno singolare che la Provincia di Lecco, notoriamente “casa dei comuni”, abbia accuratamente evitato di confrontarsi con l’Amministrazione Comunale prima di procedere con l’alienazione dell’immobile in questione, ponendosi così apertamente in conflitto con la pianificazione urbanistica del Comune, forzandone in vero l’autonomia decisionale»

Ecco dunque le richieste:

  • Si attivi con estrema urgenza un tavolo di discussione con il Comune di Varenna finalizzato a concordare i passi da porre in atto al fine di garantire le reciproche necessità politico-amministrative in merito all’alienazione in questione.
  • Riferendoci alla dichiarazione, festosamente diffusa a mezzo stampa dalla
    Presidente Hofmann, secondo la quale, a breve, si procederà alla vendita di “una seconda villa, proprio accanto a Casa Fiumelatte”, si consulti preventivamente il Comune di Varenna, nel doveroso rispetto delle reciproche necessità politico-amministrative. Si stenda un eventuale bando di alienazione nel quale siano correttamente contenute tutte le informazioni utili per i potenziali acquirenti, con particolare riguardo a vincoli rilevanti, direttamente impattanti sul valore e sulla fruizione del bene.
  • Per qualsiasi altra alienazione di beni immobili della Provincia, si avvii, quale
    buona pratica, un preliminare confronto politico-amministrativo con il comune
    eventualmente interessato, nel pieno rispetto dei rispettivi ruoli, che prescinda dal colore politico dell’Amministrazione Comunale in carica.