Emergenza al centro migranti Cremeno, Zamperini organizza un sopralluogo

“Apprendiamo con piacere che ora altri candidati condividano le perplessità sul centro che da tempo portiamo avanti. Invito tutti gli esponenti del centrodestra a unirsi a noi per effettuare un sopralluogo domenica sera al centro di accoglienza di Maggio, dove la situazione è da lungo tempo insostenibile, come più volte da segnalato in questi anni”.

Giacomo Zamperini, candidato alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio per Fratelli d’ Italia, chiama a raccolta tutti gli esponenti del centrodestra, che in queste ore si stanno confrontando sul tema, per un’azione congiunta.
“Che la situazione a Maggio sia fuori controllo è chiaro da anni, come testimoniato dai cittadini e dalle interrogazioni presentate al sindaco in Consiglio Comunale. È l’emblema del fallimento della politica dell’accoglienza fatta con grandi centri e con un’integrazione forzata senza senso. Non è possibile pensare che in un centro così piccolo possano coesistere poche centinaia di residenti con una presenza così grande e ingombrante di richiedenti asilo. Ci chiediamo se chi avrebbe dovuto amministrare e governare la situazione fino ad oggi abbia fatto al meglio il proprio dovere. Ci risulta che quel centro sia sovraffollato, che gli ospiti spesso abbiano avuto diverbi e scontri con i residenti, con conseguenti problemi di ordine pubblico, e che ci sia stato anche un ingorgo delle fognature che ha letteralmente fatto riversare liquame in strada”.
Zamperini elenca una serie di problemi pratici: “Spesso escono dal centro per aggirarsi di notte e creare confusione e litigi, tanto che i residenti non ce la fanno più, come testimoniato dall’episodio della scorsa notte. Inoltre, c’è un importante problema fognario alla struttura del centro, non ancora risolto, con sversamenti maleodoranti. Infine, si tratta di un centro che parrebbe essere dimensionato per una sessantina di persone, secondo una perizia, mentre ci vivono più di centoventi persone. La vera accoglienza è quella che permette una reale integrazione, nel rispetto del territorio e della nostra identità, e di certo non è questa”.