Elezioni2022, Stefano Motta con ItaliaSulSerio per il territorio

Stefano Motta, 55 anni, in quota a Italia Viva, da oltre vent’anni svolge la professione di avvocato presso il Foro di Lecco. Ha una lunga esperienza da amministratore comunale ed è Sindaco da 17 anni, i primi dieci alla guida del comune di Brivio e gli ultimi sette a Calco. È sposato ed ha tre figli. In passato ha ricoperto cariche politiche importanti a livello provinciale, nonostante ciò ha sempre mantenuto l’impegno sociale e culturale operando nelle associazioni rappresentative del territorio lecchese e meratese. È candidato alla Camera dei Deputati per il collegio uninominale di lecco come rappresentante del Terzo Polo.

Un lecchese che crede nello sviluppo del territorio

«Nel mio programma ho assunto precisi impegni in favore dei cittadini lecchesi. Si tratta di temi specifici che derivano dalla mia esperienza amministrativa e su cui ritengo di poter dare un contributo significativo. Mi sono impegnato: a potenziare la sanità locale in particolare la medicina e cura territoriali, a tutelare gli ospedali territoriali di primo livello, a promuovere l’incremento del numero di medici di base, ad attivare le “case di comunità”, nuove strutture socio-sanitarie di prossimità per la presa in carico dei pazienti. I sindaci devono poter svolgere un ruolo da protagonista nelle scelte strategiche della sanità territoriale. Non disperdiamo l’esperienza acquisita nella tragedia pandemica e interveniamo sul sistema». Il candidato di Azione si impegna anche a garantire maggiore sicurezza e presidio del territorio con il potenziamento della Polizia locale. «La Polizia Locale deve godere di un nuovo inquadramento, deve poter affrontare le nuove emergenze dello spaccio su vasta scala e arginare il fenomeno della violenza giovanile (baby gang) unitamente e in coordinamento con le forze dell’ordine. Deve poter garantire il presidio del territorio per almeno 12 ore al giorno in tutti i comuni, anche i più piccoli, mediante la gestione associata del servizio». Altro punto è l’incentivazione strategica del servizio ferroviario per il trasporto di merci e persone. «Dobbiamo affrontare questi problemi in una nuova prospettiva: non costruendo nuove strade inquinanti e impattanti che attraggono nuovi flussi di traffico ma rendendo accessibili, meno costosi, più sicuri e più puntuali i treni(anche ricorrendo al commissariamento se la gestione non funziona) e investendo fortemente sul trasportomerci ferroviario per decongestionare il traffico, salvaguardare l’ambiente, migliorare la qualità della vita. Serve varare una Pedemontana ferroviaria dedicata al trasporto merci che colleghi i grandi Poli Industriali del Nord».

Infine «serve promuovere per la provincia di Lecco un Osservatorio geopolitico delle dinamiche economiche, sociali, del lavoro, della sostenibilità ambientale e, non ultimo, sanitarie. Un sistema per rendere più efficiente la pubblica amministrazione, attraverso l’introduzione dell’obbligo della gestione associata dei servizi per i Comuni fino a 15 mila abitanti. Per aiutare chi è in difficoltà con i market di comunità, empori solidali che mettono a disposizione, senza sprechi, alimenti e beni di prima necessità, si fanno carico dei problemi e offrono concrete opportunità per un nuovo progetto di vita»

Di cosa soffre il territorio?

E’ indubitabile che il nostro territorio soffra principalmente per la condizione in cui versa il sistema dei trasporti, nel duplice aspetto del trasporto merci e del trasporto persone. Il Prefetto Castrese De Rosa, lasciando la sede di Lecco alla volta di Ravenna dopo quindici mesi di permanenza tra noi, ha inviato ai sindaci del territorio una lettera di congedo in cui esprime grande apprezzamento ed ammirazione per il “Modello Lecco” dei rapporti sociali ed istituzionali ma evidenzia come “vera emergenza lecchese” quella della viabilità definita senza mezzi termini “colabrodo”. Il gap infrastrutturale, dice ancora il Prefetto, “non aiuta il territorio, non agevola le imprese, rappresenta una vera croce per gli automobilisti”.

I progetti da completare: il traforo del Monte Barro, i ponti di attraversamento dell’Adda (ponte A. Manzoni e C. Cantù), l’attraversamento della città di Lecco, la Lecco-Ballabio, la desemaforizzazione delle strade provinciali con realizzazione di rotatorie, la Lecco-Bergamo, il nuovo ponte previsto in affiancamento al ponte Manzoni a Lecco, il nuovo ponte in programma in affiancamento al ponte San Michele a Paderno d’Adda.     

«Sono tutte opere importanti e che devono essere portate a termine nel più breve tempo possibile come rimedio ad una situazione insostenibile». In questo contesto la priorità strategica è chiaramente quella di trasferire quanto più possibile il trasporto merci su ferrovia anziché su strada in modo da decongestionare il traffico, salvaguardare l’ambiente e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Le infrastrutture da realizzare o da potenziare, a seconda delle situazioni contingenti, sono quelle ferroviarie. Tutte le linee ferroviarie che attraversano la nostra provincia, naturalmente incentivando il trasporto merci in modo da renderlo conveniente per le aziende e facendo diventare accessibile, puntuale, economico, sicuro il treno quale mezzo di spostamento privilegiato per i cittadini.

Sappiamo bene che su quest’ultimo aspetto del trasporto persone c’è molto da fare perché il servizio è scadente e Regione Lombardia è in colpevole ritardo. Se in questo contesto va individuata una priorità io penserei all’asse ferroviario Lecco – Carvico/Calusco d’Adda che consentirebbe di mettere in connessione diretta e immediata i grandi poli industriali che insistono sull’Adda a partire da Lecco quali Calolziocorte, Olginate, Airuno/Brivio, Monte Marenzo, Cisano Bergamasco, sino al polo industriale dell’Isola Bergamasca, oltre il monte Canto (serve un prolungamento della ferrovia verso sud a Cisano Bergamasco e il traforo in corrispondenza di Odiago), per raggiungere una auspicabile Pedemontana Ferroviaria che colleghi i grandi poli industriali del Nord, appunto sull’asse est-ovest.

Lecchesi in Parlamento, troppo pochi

E’ vero, non può essere ragionevolmente negato che il taglio dei parlamentari, cioè la riduzione della rappresentanza territoriale, finirà almeno in parte per indebolire il cosiddetto “sistema” o “modello Lecco” cioè quell’apprezzato, radicato ed utilissimo “sistema di Relazioni fra le Istituzioni che si estende al Terzo Settore, all’Associazionismo diffuso, alla rete del Volontariato Solidale e di Protezione Civile”, come lo ha recentemente definito il Prefetto Castrese de Rosa.

Un sistema che, è stato detto, “si alimenta e si arricchisce grazie ai rapporti umani che sanno andare oltre le appartenenze e le diversità”. È tuttavia altrettanto vero che più che il numero dei rappresentanti conta lo “spessore” .Personalmente ho assunto, nel mio programma, un impegno preciso a promuovere una “cabina di regia” per il Sistema Lecco per tentare di dare una base consolidata ai rapporti evitando al contempo il rischio di troppa istituzionalizzazione.

Il programma in pillole

Il programma di ItaliaSulSerio non è un programma di promesse o proposte generiche e affascinanti è un programma di azioni concrete, spesso distinte tra azioni di breve, medio ed anche lungo periodo, perché la prospettiva in cui le azioni si iscrivono non è indifferente, anzi. E’ cruciale per identificare le traiettorie di futuro su cui vogliano indirizzare la crescita della comunità nazionale e lo sviluppo del Paese. Posso indicare tre priorità ma le cose da fare sono veramente molte e devo necessariamente rimandare al testo del programma che vi invito caldamente a leggere. scuola e istruzione, con il riordino dei cicli scolatici, perché non c’è futuro senza formazione  sanità, con un preciso impegno in favore della sanità territoriale, perché la salute viene prima di tutto e perché dobbiamo fare tesoro di ciò che abbiamo imparato con l’esperienza tragica della pandemia crescita e produttività, perché è l’unica strada per aumentare salari e posti di lavoro. Perché nessuna delle tante promesse elettorali che sentiamo in questi giorni sta in piedi senza la crescita economica e chi fa promesse di questo tipo non fa altro che scaricare i costi sulle generazioni future.

Perché votarla?

Perché abbiamo bisogno di rappresentanti del territorio veri e non candidati paracadutati per convenienze elettorali. Per la mia storia, il mio impegno amministrativo e la conoscenza del territorio sono l’unico candidato al Parlamento, collegio della Camera dei Deputati, che possa svolgere questo ruolo di rappresentanza. Perché credo sia utile portare in Parlamento l’esperienza, la concretezza e la determinazione di un sindaco nella risoluzione dei problemi.