Ballabio Futura picchia duro contro il sindaco dimesso

Le dimissioni del sindaco di Ballabio Giovanni Maria Bussola consegnate sabato 12 novembre e quelle della sua lista hanno scatenato i commenti delle altre forze politiche della città. prima tra tutte la lista Ballabio Futura guidata da Manuel Tropenscovino che conta oggi anche alcuni ex membri della maggioranza fuoriusciti dalla maggioranza e oggi legati a “Territorio e Identità”.

«Siamo stupiti di una scelta di questa portata da parte del Sindaco – spiegano da Ballabio Futura sui social – Dopo la proposta di un nostro emendamento votato a maggioranza, in cui chiedevamo che le risorse destinate alla sola classe prima delle scuole medie potesse essere distribuite a metà anche per le famiglie di scuole superiori, ha deciso di dimettersi. Anche questa volta il sindaco dice che la colpa è di tutti tranne che sua. Innanzitutto è grazie anche a Ballabio Futura se oggi c’è un Piano per il Diritto allo Studio, perché il Sindaco ha inspiegabilmente deciso di non votarlo».

In verità il sindaco non dà questa motivazione per le dimissioni e parla di mancanza di numeri per la maggioranza da quando alcuni suoi consiglieri sono passati dall’altra parte. Ma Tropenscovino insiste: «Il sindaco infatti, insieme al suo gruppo “Nuovo Slancio per Ballabio”, ha scelto di astenersi dalla votazione del punto 13 all’ordine del giorno “Piano di diritto allo studio per l’anno scolastico 2022-2023”, per via dell’emendamento proposto da Ballabio Futura. Piano poi approvato con integrazione dello stesso emendamento grazie ai voti favorevoli degli ex consiglieri di maggioranza Marco Pedrazzini, Alessandra Consonni e Luca Pirovano (riuniti nel nuovo gruppo “Territorio e Identità”) con 7 voti favorevoli e 6 astenuti».

Ballabio Futura poi rincara la dose: «Le scelte ancora da chiarire sul Barech, la totale assenza di qualunque progetto per il paese: cimiteri, ufficio di Polizia Locale, prevenzione eventi calamitosi, opere pubbliche, centro di raccolta, pista ciclabile, chiusura del mercato agricolo, chiusura del campo al Due Mani. Tutto questo dimostra che in due anni il Comune è stato considerato come un luogo da occupare invece che fare funzionare. Non basta farsi vedere in giro».

Tropenscovino ha poi annunciato di voler spiegare nelle prossime settimane cosa sono stati questi due anni, in un evento pubblico per confrontarsi con la cittadinanza.