Enrico Magni, il magnate della Txt abita a Montevecchia

È il classico esempio dell’imprenditore brianzolo dal fiuto infallibile per gli affari. Enrico Magni, 66 anni, di Sulbiate, residente a Montevecchia, professionalmente nato come elettrauto in un’officina sulla provinciale Vimercate-Trezzo, ha saputo costruire la sua fortuna grazie alla sua passione, l’elettrotecnica, mettendo a punto un antifurto per auto, Laserline che commercialmente gli è letteralmente “esploso” tra le mani.

Oggi è presidente di una società, la TXT, Gruppo IT multinazionale, end-to-end provider di soluzioni software, consulenza e servizi a supporto della trasformazione digitale di prodotti e processi. Con un portafoglio di software proprietari e soluzioni verticali specializzate, TXT opera in diversi mercati, con una presenza crescente nei settori aerospaziale, aeronautico, della difesa, industriale, governativo e fintech. Ha la sede a Cologno Monzese e opera con società controllate in Italia, Germania, UK, Francia, Svizzera e Stati Uniti d’America. La Capogruppo TXT e-solutions S.p.A. è quotata presso Borsa Italiana, al Segmento Star (TXT.MI): 2500 dipendenti e un fatturato di quasi 300 milioni di euro. “Transitando” anche dall’acquisizione della Lutech, il braccio tecnologico del Gruppo Lucchini che allora fatturava 35 milioni e occupava poche centinaia di dipendenti. Divenuta la principale controllata del Gruppo Laserline l’ha lasciata con un fatturato di 170 milioni e con  oltre mille collaboratori.

 E’ la Laserline di Concorezzo la protagonista di un autentico boom: dai 5 dipendenti iniziali sale a 60 collaboratori nel 1995 con un fatturato che sfiora i 50 miliardi delle vecchie lire. Una società ben patrimonializzata e con 11 miliardi di capitale sociale. «Ho sempre investito gran parte dei guadagni e messo a riserve i dividenti: solo così si possono avere le risorse per crescere e tenere il passo con la concorrenza», ci tiene a precisare Magni.

 Il suo Gruppo è cresciuto a ritmi vertiginosi, lei è passato tra i grandi della finanza quasi inosservato, poi all’improvviso si è trovato sulle pagine del Corriere come l’imprenditore che “acquista la Apple”, o meglio, la sua sede di Cologno.

Una storia di successi

 «Tutto è nato casualmente. Una giornalista si era stata presentata dal sindaco di Bellusco di allora, Roberto Invernizzi, che le aveva anticipato la mia volontà di acquisire il complesso di Cologno Monzese che Apple stava dismettendo; l’ho ricevuta, gli ho spiegato chi ero, cosa facevo e perché volevo acquistare quel complesso. L’intervista è uscita diverso tempo dopo con un titolo forzato e accattivante: “Mi sono preso la Apple”. È  stata in quella occasione che è stata scoperta la dimensione della mia azienda» La storia continua. Nel 2017 viene venduta la Lutech ad un fondo americano. «A quel punto mi ritrovo ‘quasi disoccupato’.- continua – Così comincio a guardarmi in giro e inizio a fare qualche piccola acquisizione, il lavoro è sempre stato la mia vita. Mi capita l’opportunità di comprare la maggioranza relativa di una società quotata in borsa, la TXT, dove l’imprenditore di riferimento era ormai molto anziano, e quindi ho decisi di tuffarmi in questa nuova esperienza, tenendo conto che non avevo mai condotto una società quotata in borsa. Questa società nel febbraio 2018 aveva un fatturato di 30 milioni di euro, dopo qualche ristrutturazione e rinnovate strategie aziendali, il 2021 è stato chiuso con 96 milioni di fatturato e 140 milioni di proforma; e nel 2022 dovremmo avvicinarci, come proforma, a circa 200 milioni. Una crescita resa possibile grazie ad una nuova squadra di manager che hanno creduto nel mio progetto e anche ad una serie di acquisizioni di aziende che hanno condiviso questo progetto che sta portando a risultati molto importanti. Operiamo nel settore aeronautico, i nostri clienti sono Boeing, Airbus, Leonardo, Pilatus, siamo nell’ambito dell’automotive, abbiamo sviluppato il settore bancario offrendo soluzioni proprietarie e oggi ci stiamo avvicinando alle telecomunicazioni e alla security. La maggiore soddisfazione oggi è che nel periodo di stasi dovuta alla pandemia, il titolo è più che raddoppiato». Il suo sogno per il futuro? «Lasciare un Paese migliore ai miei figli e ai miei nipoti. Abbiamo un bene straordinario che nessuno potrà mai delocalizzare: turismo e cultura. Il nostro Paese deve investire di più su questi due fronti».