Leggermente, Ezio Greggio a Lecco per il suo libro N.1

Ezio Greggio a Leggermente

Autentico mattatore della serata, Ezio Greggio ha partecipato all’evento organizzato nell’ambito della rassegna letteraria Leggermente per presentare la sua ultima fatica letteraria dal titolo N.1 – Una vita di avventure, incontri, scherzi e risate.

La forza della risata

L’appuntamento con il comico e conduttore di Striscia la notizia è stato presentato dallo scrittore Stefano Motta e al caloroso applauso del pubblico presente all’Auditorium Casa dell’Economia di via Tonale, ha risposto rifiutando di sedersi per intrattenere, da consumato cabarettista, le persone accorse alla presentazione del suo nuovo libro:«Ritengo che il pubblico debba stare seduto e chi sta sul palco debba rimanere in piedi».

Lecco città di passaggio «Ho girato tanti film in Engadina quindi passavo da Lecco, a volte anche molto tardi. Mi ricordo quando giravamo Vacanze di Natale facevo anche Striscia in diretta, poi registravamo Paperissima e poi partivo verso 00.00/01.00 e poi arrivavo in Engadina. Al mattino alle 07.00 ero al trucco»

Il mito di Teomondo Scrofalo, quadro diventato celebre grazie a Drive In «Abbiamo ricevuto copie di questo quadro da tutto il mondo. Gente che andava a New York nelle pizzerie e trovava il quadro. Quello più incredibile ci arrivò da una baita guatemalteca, inviata da una coppia in viaggio di nozze!»

Il ricordo di Faletti e D’Angelo, colleghi al Drive In «Giorgio Faletti è rimasto nel cuore di tutti noi. Un personaggio che sapeva fare il comico, sapeva scrivere, correva in macchina, andava a Sanremo e faceva Signor Tenente. Così come Gianfranco D’Angelo, che se n’è andato un paio d’anni fa. Con lui la prima edizione di Striscia, prendevamo in giro il direttore La Volpe di Rai Uno. Con lui nacque un connubio, dopo cinque anni di Drive In, che cambiò la storia del varietà televisivo. Arrivai a Mediaset con Giancarlo Nicotra, regista Rai, e incontrammo Berlusconi. Il Cavaliere voleva fare una trasmissione dove i comici insegnavano alle soubrette a fare il varietà. Noi inventammo una trasmissione completamente diversa e fu indimenticabile quando gli portammo la puntata zero. Era seduto in questa grande biblioteca, insieme a me, Antonio Ricci e Nicotra. Vide la puntata e capì che non era proprio quello che pensava ma la guardò con attenzione, voltandosi a volte verso di noi. Finì la puntata zero, si voltò e io dissi, per rompere il ghiaccio ‘Cavaliere, arrivederci, è stato un piacere’, allungandogli la mano. E lui rispose ‘No, dove va, aspetti un momento. Non è esattamente quello che vi avevo chiesto però intuisco che possa funzionare. Facciamo la prima serie di dodici puntate’»

Risate e drammi «Alle volte con la satira si riescono a dire delle cose, attraverso il sorriso, molto più pesanti e molto più efficaci rispetto alle urla. E credo che Striscia ci sia riuscita. Ovviamente, tocchiamo anche interessi e fenomeni complicati. Quando tocchi interessi politici, cantanti che copiano i pezzi, ricevi denunce. Noi siamo quelli che facciamo lavorare più avvocati del Gruppo Mediaset. Quando risolviamo dei casi, dando una mano a chi ci segue, lo facciamo assolutamente volentieri»

Il legame con Iacchetti e le gag con Leslie Nielsen

Il rapporto duraturo con Enzo Iacchetti «Ho conosciuto Enzino partecipando al Maurizio Costanzo Show. Io presentavo un film e a Costanzo dissi ‘Abbiamo un’idea con Ricci di chiamare Enzino, cosa ne pensi?’. E lui rispose ‘Mi piace, tu sei aggressivo, lui è remissivo, potreste essere una coppia’. Dopo la puntata parlo con Enzino e gli dico ‘Guarda, sto parlando con Antonio per farti venire a Striscia’ e lui svenne. Ricci mi disse di andare a parlarci. Appuntamento a Roma, in un ristorante: comincio a raccontargli la trasmissione e Iacchetti era distratto. Io parlavo, passava un furgone e diceva ‘Scusa’, si fermava e andava a vedere il furgone. Io andavo avanti, vedeva un movimento sull’albero e andava a controllare. E dicevo ‘Ma scusa, è mezzora che sto cercando di raccontarti la trasmissione’ e lui mi dice ‘Tanto lo so che mi state prendendo in giro, che sono su Scherzi a parte, non sarà vero’. Salto temporale: prima puntata, mi telefona. ‘Ezio, per favore, sii cortese. Vieni prima che facciamo una prova’. E io acconsento, ci mancherebbe, arrivo due ore prima. E lui dice ‘Io tre ore prima, per sicurezza’. La trasmissione iniziava alle 20.30. Io arrivo alle 20.25. Finita la puntata, parte la sigla e lui corre in camerino e si chiude dentro. Dopo tre/quattro minuti apre la porta, mi viene incontro, mi abbraccia e mi dice ‘Ho telefonato a mia mamma, mi ha visto in onda, adesso ci credo, sono a Striscia la notizia!’»

L’amicizia con Leslie Nielsen «Ci conoscemmo a Los Angeles. Lui inventò una macchinetta, una pompettina con una camera d’aria, due tappi, uno forato. Lo teneva in mano, nascosto, e quando decideva schiacciava e usciva un suono imbarazzante. Due signore si avvicinarono, due fan. Lui le ringrazia per l’entusiasmo, mentre loro gli raccontano la loro vita. Ad un certo punto le ferma e dice ‘Grazie, queste parole che mi dite mi toccano molto il cuore ma mi toccano anche più in basso… ‘ e poi fa quel rumore imbarazzante. Le due signore schifate fanno un passo indietro e gli dicono che è un maiale disgustoso»

Un pubblico silenzioso «Ero agli inizi, avevo 19 anni. Un impresario mi vede ad una serata al Nord, mi chiama e vado a fare delle serate in Sicilia. Finisco a Marzamemi, Pachino, Porto Palo, quelle zone lì. Vado a fare una serata in una piazzetta, e mi ricordo che c’era il palco e un’orchestrina. La gente arrivava da casa con la sedia, la coppola, tutti vestiti di nero. Il presentatore sale sul palco ‘Questa sera amici abbiamo con noi un ragazzo che viene dal Nord, accogliamolo con un grande applauso, Ezio Greggi’. Già il nome l’aveva sbagliato. Salgo sul palco e inizio il mio repertorio, all’epoca facevo le imitazioni. Dicevo le battute e il pubblico fermo, sembravano morti. Silenzio totale. Finisco la serata, per sicurezza mi inchinai per un minutino e pian piano fecero un applauso. Scesi e andai dall’organizzatore ‘Salvatore, scusa, sono agli inizi, quindi non voglio nulla’. E lui ‘Che minchia dici! Sei andato benissimo! Settimana scorsa è arrivato un cabarettista di Enna e gli hanno tirato le sedie! Un successo, devi tornare!’. Fu un’esperienza incredibile»