Italian Artists, boom di ascolti per la cover di Fix You: l’intervista a Mara Bosisio

Cover di Fix You

Un gruppo di artisti di talento, una location mozzafiato. E poi la musica. Il collettivo Italian Artists, composto da Denis Potenza, Federico Rankin, Samuele Noé, Tobia Lanaro e la calolziese Mara Bosisio, ha colpito ancora e dopo il successo ottenuto con le cover di Africa, Another One Bites the Dust, Viva la Vida e Iris, è tornato con una nuova cover: Fix You dei Coldplay.

In pochissimi giorni online il video ha spopolato, ben oltre le 200.000 visualizzazioni.

«Fix You è il quinto progetto firmato Italian Artists» dichiara a Il Cittadino Mara Bosisio, membro lecchese del collettivo «Al 27 gennaio ha toccato le 200.000 visualizzazioni. Una grande percentuale arriva dalla nostra fanbase, perché ognuno di noi singolarmente e poi come progetto Italian Artists con altri video già pubblicati, è riuscito a convogliare un po’ di ascolti anche su questo progetto tenendo alta l’attenzione di un pubblico che chiedeva da anni qualcosa di nuovo, frenato a causa della pandemia. Per questo motivo Fix You è uscito con un ritardo di due anni»

Parola chiave: Dolomiti

«Lo scenario in cui abbiamo deciso di girare il video è quello delle Dolomiti, un panorama pazzesco e una delle mete turistiche più gettonate soprattutto dagli stranieri. Una parola chiave nella ricerca su Google che ha aiutato molto. E poi una piccola spinta iniziale grazie alle AdWords, per cercare di arrivare ad un pubblico sempre più grande e soprattutto a quelli che non ci conoscono, stanziamo un piccolo budget d’investimento che ci permette di espandere maggiormente il nostro target. Inoltre le condivisioni, i like e gli algoritmi ci aiutano a spingere sempre di più il progetto»

In che modo scegliete le canzoni? «L’idea di Africa, il nostro primo progetto, è di Denis [Potenza]. Il suo obiettivo era creare un riarrangiamento, una nuova ricreazione del successo mondiale dei Toto. Voleva farlo in un modo in cui non era ancora stato fatto su YouTube. Spulciando tra le varie cover nessuno aveva mai fatto una rivisitazione completa del brano; lui ha deciso di osare, prendere un caposaldo della musica pop e rock mondiale e crearlo da zero, aggiungendoci gli ingredienti di estrazione rock e classica, utilizzando delle armonizzazioni vocali. Siamo arrivati quasi a 3.000.000 visualizzazioni solo con quel videoclip. Per quanto concerne Iris dei Goo Goo Dolls, è partito da un mio video su Facebook in cui mi esibivo con chitarra e voce su questa canzone e da lì è partita l’idea di rifarla in chiave Italian Artists, con la fusion tra i macro-mondi della musica rock e classica. Su Viva la Vida eravamo chiusi in casa per la pandemia e volevamo lanciare un messaggio di positività e speranza coinvolgendo anche altri artisti che non fanno parte del nostro collettivo, espandendo per l’occasione la nostra formazione; alcune delle new entry hanno fatto capolino nella formazione e sono diventati anche artisti che verranno ricontattati in progetti futuri, tra cui Tobia Lanaro, famosissimo tiktoker che ha fatto da comparsa in Viva la Vida e poi è tornato in Fix You. Con Another One Bites the Dust la sfida era riprendere una delle canzoni più famosi ma meno ‘coverizzate’ dei Queen e ricreare completamente un arrangiamento. Fix You, infine, arriva come scelta per il significato stesso della canzone a seguito dei due anni di pandemia; abbiamo iniziato a lavorarci prima perché il nostro concept era un altro e paradossalmente è capitata nel momento adatto perché Fix You, che significa Ricostruirsi/Ricominciare, è perfetta per inaugurare un percorso di ripresa di Italian Artists»

Pubblico e Collettivo: l’arte della condivisione

«Sia da solista che all’interno di progetti amo tantissimo lo scambio, perché ritengo sia la cosa più arricchente, dal punto di vista personale e artistico. Lavorare con altri artisti crea uno scambio, una crescita, ti fornisce un pretesto di condivisione che ti forma, è fondamentale. Ovviamente, più aumentano gli anni e i progetti e più si crea una famiglia. Con molti dei membri di Italian Artists ho creato dei rapporti di amicizia molto solidi e ci sentiamo al di là del progetto, anche se sfortunatamente sono una dei pochi che non risiede a Torino come la maggior parte dei protagonisti di Italian Artists, e ci vediamo da remoto ma la cosa bella della musica è anche questa: creare dei legami umani al di là del progetto»

E il legame con il pubblico è cambiato? «Il nostro è un pubblico spontaneo, si è avvicinato con Africa e si è immediatamente fidelizzato, apprezzando la delicatezza con cui Denis Potenza, leader e fondatore del collettivo, si è avvicinato alla ricreazione di un caposaldo come la canzone dei Toto. Quando si lavora alla cover di una canzone è sempre difficile trovare il consenso da parte della massa perché, nel caso di brani famosi, il rischio è quello di infastidire molti fan. Paradossalmente con Africa è come se avessimo fatto capire il reale valore intrinseco del collettivo e avessimo, in qualche modo, avvicinato i più curiosi, non solo quelli che volevano capire fino in fondo quanto avremmo rovinato o meno un brano. Ci siamo resi conto che il pubblico che ci segue è un pubblico estremamente attento a tutti i dettagli del lavoro che proponiamo, non solo dal punto di vista musicale, ma anche di video o fotografia. E quando osserva un progetto completo come il nostro ritrova un elemento che gli permette di apprezzarlo. Il nostro pubblico è variegato, prettamente straniero e molto educato all’ascolto e alla ricerca della bellezza»

Il videoclip della cover di Fix You – Italian Artists

La genesi di Italian Artists: il commento di Denis Potenza, leader e fondatore

«Italian Artists in realtà nasce in modo quasi fortuito. Nel 2018 ebbi l’idea di portare il mio progetto di produzioni musicali ad un nuovo livello, con una cover ambiziosa di Africa dei Toto. Avevo un arrangiamento in testa che richiedeva diversi artisti, così cercai nel panorama indipendente delle voci di talento che rispondessero alle mie esigenze. Ricordo che quando mi imbattei per la prima volta in un video di Mara [Bosisio], feci due calcoli col manico della chitarra alla mano per capire se l’estensione vocale era proprio quella che cercavo, e per fortuna feci centro. Samuele Noè lo sentii dal vivo in un concerto a cui lavorai come tecnico. A fine spettacolo feci un balzo sul palco e gli dissi: “Ciao, ti devo parlare”. Ricordo che si spaventò un pò del mio approccio, ma poi diventammo amici. Fu più o meno così anche per gli altri, ad eccezione di Federico Rankin, con cui avevamo già collaborato in passato. Italian Artists fu il nome con cui ci identificammo nel proporre la cover di Africa. A seguito del successo della cover, continuammo a usarlo in progetti successivi. Il nome “Italian Artists” identifica la squadra, mentre la formazione resta variabile in funzione di ogni nuovo progetto. In alcuni video ho inserito ad esempio Greta Squillace, in altri Tobia Lanaro, insomma, c’è flessibilità in funzione del risultato artistico. Per il futuro mi piacerebbe fare un nuovo level up, non solo qualitativamente, ma anche come mission. Il progetto Fix You ci ha aperto l’orizzonte su una nuova strada, in cui l’arte incontra le grandi tematiche di rilievo del momento, inerenti la crisi ambientale e tutti i rischi che sta correndo il nostro bellissimo, fragile pianeta. Il futuro di Italian Artists è sicuramente vincolato alla possibilità di dare un contributo in queste importanti battaglie»