Uccide la figlia e si uccide: tragedia immane a Osnago

Era rimasto solo con una figlia disabile da qualche tempo, dopo la vedovanza e un rapporto di coppia finito male. Forse la disperazione di dover sopportare, negli ultimi anni di vita, la figlia 45enne gravemente autistica e soprattutto il pensiero di quello che sarebbe stato di lei “dopo di lui”, lo hanno portato alla disperazione. E così il padre ha ucciso la figlia con cui viveva e poi si è tolto la vita. Francesco Iantorno, o Franco come lo chiamano tutti in paese, 80 annim, ex vigile prima e poi messo comunale ad Osnago, ha compiuto il terribile gesto nella notte tra lunedì e martedì 25 ottobre nel suo appartamento in centro paese. A fare la tragica scoperta dei corpi ancora in soggiorno in un lago di sangue è stata una collaboratrice che si occupava di assistere la figlia, Rossana, e di portarla nel centro che frequentava ogni giorno.

La tragedia è avvenuta nell’appartamento a piano terra della famiglia Iantorno in piazza della Pace a Osnago appunto dove Franco era molto conosciuto. Secondo alcune indiscrezioni l’uomo avrebbe prima usato dei barbiturici, forse per rendere incosciente la figlia, e poi avrebbe colpito con un coltello al petto della donna. Arma che si sarebbe rivolto contro lui stesso. La mattina dopo, verso le 8, considerato che nessuno rispondeva al telefono, l’assistente di Rossana della cooperativa convenzionata col Comune “Io per Osnago”, che si occupava di dare una mano al papà e di portarla nel centro disabili, è stata chiamata dal figlio di Franco, preoccupato che non rispondessero, ed è andata a casa a controllare facendo l’atroce scoperta. Poi ha chiamato il figlio insieme al 118 e ai carabinieri. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Lecco e gli agenti della Polizia locale di osnago insieme al medico legale e poi al Procuratore Capo di Lecco Domenico Basso. Per ore i carabinieri hanno lavorato per repertare le eventuali prove in casa. «Non ci sono interventi di terzi – ha detto il magistrato – quindi si tratta di un omicidio suicidio con parecchie ferite di arma da taglio, ovvio che solo l’autopsia dirà di più sulle reali cause». Il sindaco Paolo brivio è intervenuto: «Non è stata una tragedia dell’abbandono o del bisogno – ha detto – ma del dolore e della grande disperazione di quest’uomo che viveva per la figlia, quasi un gesto estremo di amore».