Teleriscaldamento, il 21 novembre aprirà il cantiere a Lecco

I lavori dureranno fino al 2025 e avranno un impatto rilevante sulla viabilità lecchese.

Stanno per partire anche a Lecco gli scavi per il teleriscaldamento. Dopo l’avvio dei lavori lo scorso 10 ottobre a Valmadrera, il 21 novembre verrà aperto il cantiere che, per i primi mesi, interesserà il quartiere di Belledo e Germanedo a partire da via Roccolo, per poi proseguire in via Gilardi, in via Achille Grandi e in via Belfiore, scendendo al Caleotto.

Lavori rilevanti tra il 2022 e il 2025

I lavori dureranno a lungo, fino al 2025, e avranno naturalmente un impatto rilevante sulla già fragile viabilità lecchese. Per entrare nel dettaglio, la commissione prima di mercoledì sera ha ospitato i tecnici di Acinque Energy Greenway Srl, la società partecipata da Varese Risorse Spa per il 70 per cento e da Silea Spa per il restante 30 per cento che ha in capo la progettazione, lo sviluppo e la gestione del teleriscaldamento.

La spiegazione di Marco Cottino

È stato Marco Cottino a spiegare come si svolgeranno questi imponenti lavori tra il 2022 e il 2025: «Lo sviluppo della rete avrà una progressione annua, a partire dai due poli di produzione – l’inceneritore di Valmadrera e le acciaierie del Caleotto – per poi svilupparsi verso le utenze pubbliche e private». Uno degli aspetti più delicati riguarda “l’interferenza” con i sottoservizi, motivo per cui in questi mesi Acinque Energy Greenway sta portando avanti delle interlocuzioni con Rfi, Anas e gli enti preposti alla tutela del Caldone, oltre che con l’ufficio Viabilità del Comune.
«Il primo tratto della rete che sarà sviluppato a partire dal 2022 coinvolge la parte laterale della città, il tratto più delicato sarà quello in via Grandi, per la presenza delle scuole e per questo cercheremo di realizzare i lavori nel periodo delle feste natalizie – ha chiarito il tecnico – Per quanto riguarda il 2023 il cantiere interesserà via Fiandra e via Marconi, per cui è in corso un ragionamento con Anas per verificare la compatibilità delle tubature con la galleria della SS36, e poi ci sarà da porre attenzione all’attraversamento ferroviario nel periodo centrale dell’estate 2023. In seguito i lavori si sposteranno in via Digione, via Amendola e corso Martiri. Negli anni successivi questo sistema dorsale proseguirà fino a raggiungere il ponte Kennedy. In questo momento siamo all’opera per avere le autorizzazioni necessarie per i due cantieri previsti nel 2022 e nel 2023».

Il pensiero di Valsecchi e Zamperini

Se Corrado Valsecchi (portavoce di Appello per Lecco) ha ricordato la «lungimiranza di pensare al teleriscaldamento – riferendosi al lavoro svolto con la passata giunta Brivio – per dotare il territorio di una sua autonomia energetica» ha anche evidenziato che «bisognerà stare attenti all’aspetto tariffario, così come alla vulnerabilità viabilistica della città di Lecco». Un aspetto questo sottolineato anche da Giacomo Zamperini (capogruppo di Fratelli d’Italia) che ha posto l’attenzione anche sui ripristini e la concomitanza di diversi cantieri in città che interesseranno i sottoservizi: «L’amministrazione comunale deve assumere un fondamentale compito di coordinamento».

Il punto di vista di Pattarini, Galli e Sangalli

Il dem Antonio Pattarini ha detto che al netto dei disagi il 21 novembre «stapperà una bottiglia, perché per anni abbiamo sperperato energia e adesso finalmente abbiamo trovato un modo per utilizzarla». Anche Paolo Galli di Ambientalmente ha rivendicato che il proprio gruppo non ha esitato ad appoggiare la nuova infrastruttura, sottolineando anch’egli l’importanza del ruolo di coordinamento che dovrà svolgere il Comune, un accento, questo, posto anche dal collega di Fattore Lecco Saulo Sangalli. Sono stati di nuovo i tecnici a sottolineare che l’impatto del cantiere dipenderà dalla dimensione dei tubi, che può andare da un diametro di 15 centimetri a uno di 40, a cui va aggiunto lo spazio per la coibentazione. Questo vuol dire che per una tubazione di media dimensione servirà scavare delle “trincee” larghe un metro e mezzo e profonde altrettanto, che poi verranno coperte con un ripristino provvisorio della durata di sei mesi per garantire l’assestamento, a cui seguirà il ripristino definitivo. Con questi dati si prevede un avanzamento di sei metri al giorno (nei giorni lavorativi effettivi) e un impatto del cantiere che sarà più importante nei primi due anni.

Le dichiarazioni del direttore di Fidanza

È stato Fabio Fidanza, direttore di Acinque Energy Greenway, a chiarire un aspetto forse rimasto in sospeso: «Non aspetteremo di arrivare al ponte Kennedy per avviare la rete nella città di Lecco, ma partiremo con il calore di scarto prodotto al Caleotto. Poi quando sarà realizzato il collegamento con l’impianto di Valmadrera – collegamento che sarà da creare attraversando appunto l’Adda sotto il ponte Nuovo – otterremo la produzione contemporanea di energia e calore».