Perledo, famiglia e comunità danno l’ultimo addio ad Alberto Ongania

iSi sono svolti oggi, 2 gennaio, i funerali di Alberto Ongania, lo chef di Perldo scomparso lo scorso 11 novembre scorso e ritrovato morto sabato 3 dicembre in un bosco vicino alla località Belvedere di Bologna (frazione di Perledo). Dopo l’autopsia che ha stabilito che Alberto è caduto a causa di un incidente, il magistrato ha restituito la salma alla famiglia e all’anziana mamma alla quale Alberto che viveva solo con lei dopo un ictus che lo aveva colpito anni fa, era molto legato.

Renato Ongania: è stata una cerimonia piena di significato

«È stata una cerimonia molto piena – ha commentato Renato, fratello più giovane che si è battuto per le ricerche e per localizzare il cellulare – noi fratelli e nostra madre siamo grati alla Comunità per aver partecipato in maniera così importante all’estremo saluto». Don Angelo, il parroco, in una cerimonia semplice e molto sentita ha detto «oggi Alberto non è visibilmente presente», secondo Renato significando indirettamente e più marcatamente un’altra forma di presenza di tipo spirituale, cioè non più solo corporea. Il sacerdote ha riportato alla memoria di tutti un aspetto di Alberto, quello del ‘viandante’ Offrendo un collegamento con un passo del Vangelo di Luca, un incontro che Gesù ha avuto con i discepoli dopo la sua morte, cioè quando apparve sulla via del ritorno verso Emmaus.

Don Angelo: Alberto era un viandante della vita

Ha aggiunto Renato Ongania : «Alberto macinava molti chilometri ogni giorno, da diversi anni, ricercando e perfezionando una propria dimensione spirituale, una serenità e un equilibrio interiore che il paesaggio, interrogato dal suo passaggio, gli sapeva sempre restituire. All’orizzonte, il suo voler lavorare per edificare un futuro migliore per sè e per gli altri. Ci ha anche ricordato con estrema delicatezza l’angoscia che noi famigliari abbiamo vissuto e ha sottolineato anche il dono del ritrovamento del corpo, possibile grazie all’impegno di molti».

Intanto il Comitato ALBERTO, costituito proprio dalla sua famiglia non molla sulla sua intenzione di iproporre una riforma legislativa per agevolare e rendere più semplice l’accesso ai dati telefonici delle persone scomparse – per ritrovarle prima, con maggiore efficacia. «Un retaggio politico indiretto, derivato dalla tragica scomparsa. Non sarà facile. Abbiamo però l’obbligo morale di provarci perché la tutela della vita primeggi sulla tutela della privacy», ha concluso Renato.