Lecco ricorda Borsellino e dedica a Emanuela Loi il Giglio

Il Giglio locale confiscato alla criminalità organizzata a Pescarenico è stato intitolato ad Emanuela Loi, la giovane agente di scorta del giudice Paolo Borsellino, uccisa insieme a lui e ai colleghi Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Questa la commemorazione del trentennale della strage di via D’Amelio, organizzata nell’immobile restituito alla collettività il 21 marzo 2015, dal Comune di Lecco. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Mauro Gattinoni, il Viceprefetto Aggiunto Mariano Scapolatello, il Presidente del Consiglio e delegato comunale di Avviso Pubblico Roberto Nigriello.

Il Giglio dal 2015 è dedicato alle attività sociali

«Abbiamo voluto organizzare questo momento simbolico e molto semplice ma importante per il segnale che la città di Lecco ha dato e vuole trasmettere in questo trentennale dell’attentato di via D’Amelio – ha detto il sindaco – Ci siamo impegnati a difendere chi, pur trovandosi solo ha il coraggio di denunciare e sostenere chi ogni giorno spende la propria vita per combattere le mafie e le modalità sempre nuove e subdole con le quali si manifestano». Il Giglio è uno spazio che dal 2015 il Comune dedica ad attività sociali. Era un’ex pizzeria del clan Coco/Trovato che gestiva 7-8 esercizi commerciali. «Era un luogo che traeva in inganno gli stessi lecchesi che ogni domenica venivano qui per la pizza – ha proseguito – questo dimostra come il volto del male è un volto che avvicina, altrimenti ne starebbero tutti alla larga e lo riconoscerebbero subito. Qual è il compito delle istituzioni nella lotta alle mafie? Paolo Borsellino diceva che ‘il nostro compito è quello di far sentire la bellezza del fresco profumo di libertà’»

«La retorica rischia di allontanare la gente dalla lotta alla mafia»

«Mi sono chiesto che cosa si possa dire ad una commemorazione dopo trent’anni da una strage di cui si è tanto parlato – ha aggiunto il Viceprefetto Scapolatello – In queste occasioni il rischio è la retorica che allontana le grandi platee e la gente comune. Personalmente mi ha sempre colpito una caratteristica particolare della strage di via D’Amelio e dei suoi protagonisti; sono accomunati non solo dal tragico destino ma anche dalla consapevolezza che sarebbe toccato a loro dopo Capaci. E nonostante ciò non indietreggiavano, portavano a compimento il proprio dovere. Mi piace pensare che valorizzare questo piano etico consenta anche di poter spiegare alla cittadinanza comune qual è la sfida dell’etica quotidiana; far bene il proprio lavoro e proseguire lo sforzo di quegli eroi per rendere sempre perfettibile la società»

La commemorazione al Giglio deve spronare a trovare la verità

«La cosa che mi lascia più senza parole è che ad oggi non si sappia ancora chi è il colpevole di quella strage. Questa commemorazione dev’essere uno stimolo per lo Stato e tutte le istituzioni perché si continui a cercare quantomeno di capire la verità» ha concluso Nigriello, delegato comunale di Avviso Pubblico «Si dovrebbe smettere di pensare che la mafia sia soltanto un problema del Sud Italia. Non si tratta soltanto di un problema di criminalità ma anche politico, imprenditoriale e finanziario. L’impegno del Comune di Lecco in questi anni, anche con l’istituzione della Commissione Comunale Antimafia, dimostra consapevolezza di un fenomeno che va contrastato a tutti i livelli»