Colico: ieri il ricordo della battaglia di Nicolajewka

“Oggi siamo qui per commemorare una battaglia, anche se non uno scontro per la vittoria, ma una battaglia per la sopravvivenza. Il sacrificio di tanti alpini ha consentito ad altri soldati di tornare a casa”.

Così Stefano Foschini, presidente sezione Ana alto Lario ha aperto la commemorazione della battaglia di Nikolajewka. Per ricordare l’evento storico sono accorsi numerosissimi alpini sia dalla Lombardia che da altre regioni.

Piazza della Stazione è stata “invasa” da penne nere e vessilli in prima mattinata. Obiettivo: continuare a tenere viva la memoria degli oltre 50 mila alpini che hanno perso la vita durante il tragico episodio in Russia nella Seconda guerra mondiale, di cui si è celebrato l’80° anniversario. La folla si è distribuita in ordinato corteo per marciare fino al Municipio dove, sulle note dell’Inno di Mameli, ha avuto luogo l’alzabandiera. La commemorazione è continuata nella Chiesa di San Giorgio, con la Santa Messa concelebrata dal cardinale Francesco Coccopalmerio e dal parroco di Colico Don Lucio Fasoli. Il corteo ha quindi ripreso a sfilare per il paese. Il corteo è stato accompagnato dalle note dalla Fanfara Alpina Alto Lario ‘Cav. Mariano Stella’ e dalla Fanfara Alpina di Asso.

Dopo aver attraversato il quartiere, la marcia si è diretta di fronte al Municipio, per la deposizione della corona al Monumento dei Caduti. Sono quindi intervenute le istituzioni che hanno visto il contributo, oltre che di Foschini, del sindaco di Colico Monica Gilardi.

“Durante la battaglia di Nikolajewka i sentimenti predominanti sono stati cameratismo e compassione, nonostante il gelo e la mancanza di ogni altra risorsa. Ricordiamo questo fatto di guerra e di salvezza che in pochi riuscirono a raggiungere, andando a combattere un conflitto senza senso. Nella disperazione di quei giorni, è emerso il cuore generoso dell’alpino, vera virtù che ha garantito ad alcuni di sopravvivere”.

E’ quindi intervenuto il prefetto Sergio Pomponio: “L’episodio che ricordiamo oggi ha fatto emergere profili eroici, che hanno salvato commilitoni altrimenti destinati a perdere precocemente la vita. Il mio suggerimento è quello di puntare lo sguardo sulle montagne che ci circondano e metterne a fuoco i particolari: queste cime hanno visto crescere quegli uomini morti in Russia che siamo qui a commemorare”.

In chiusura la testimonianza di Gianmario Gervasoni, vicepresidente nazionale di ANA: “Ricordare aiuta a sostituire odio e rabbia con questi sentimenti: solo così si riescono a riscattare quei momenti terribili. Caduti e reduci ci esortano a spendere energie per creare un mondo più nobile e vero, soprattutto per i giovani che sono il nostro futuro”.