Causa Pascale-Salvini, in aula a Lecco la presunta diffamazione social

Partito davanti al Tribunale di Lecco con la costituzione in parte civile del Ministro Matteo Salvini il processo per diffamazione a Francesca Pascale ex compagna di Silvio Berlusconi, che ora vive a Siena con Paola Turci ma che al tempo dei fatti contestati era residente a Villa Maria (già Villa Giambelli), storica dimora di Rogoredo di Casatenovo donatale dal Cavaliere.

La questione era nata sui social. Il 21 gennaio 2021 la Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un presunto vecchio “twitt” di Salvini in cui si definivano i meridionali e africani “fannulloni”, “gente senza la cultura del lavoro”. Un twitt che lo stesso leader leghista ha negatio essere suo. La Pascale avrebbe infatti risposto “Piuttosto voterò Paperino” le quindi era nata la presunta diffamazione.
Salvini era rappresentato in Aula dall’avvocato Cristian Manzoni del Foro di Bergamo. Non era presente Edno Gargano, legale di fiducia della Pascale e quindi il difensore “occasionale”, nominato dal giudice, ha chiesto un rinvio per consentire al titolare del mandato di formulare eventuale istanza di riti alternativi o di rimettere la querela. Si torna in aula l’8 febbraio quando si saprà se Salvini vuole andare avanti o rinunciare.