“Carpe impazzite” a Imbersago, la precisazione del Parco Adda Nord

In ordine ad alcuni servizi giornalistici apparsi negli ultimi giorni sui media locali riguardanti la questione delle “carpe impazzite” a Imbersago presumibilmente minacciate dai cormorani, il Parco Adda Nord intende precisare quanto segue:

Il fenomeno descritto è in corso da un paio di mesi ed è stato oggetto di diverse segnalazioni, anche da parte del Parco, al numero di emergenza ambientale regionale, con attivazione dei diversi soggetti preposti alle verifiche sulla qualità delle acque (ARPA) e sullo stato di salute degli animali (ATS, Istituto Zooprofilattico).

Non essendo emerse effettivamente alterazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque, né problematiche batteriologiche, virologiche, parassitologiche a carico dei campioni ittici analizzati, permane comunque incertezza sulle cause che possano determinare un simile comportamento, prolungato anche nel tempo e che non si è manifestato in altri tratti fluviali in cui il cormorano è significativamente presente.

L’ipotesi che si tratti di un comportamento difensivo e di fuga da un predatore, individuato nel cormorano, è appunto ipotesi e non certezza, essendo possibili anche ulteriori spiegazioni, di più difficile e impegnativa verifica.

Per quanto poi monitorato dalle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco, non si è avuta evidenza di “massacri” operati al banco di carpe da parte dei cormorani, quanto più di rischio che i pesci, visti i bassi livelli delle acque, potessero rimanere spiaggiati nel punto di assembramento.

Il tratto fluviale in questione è già ricompreso negli ambiti in cui la Polizia Provinciale aveva possibilità di intervenire nell’ambito del piano di controllo selettivo del cormorano autorizzato da Regione Lombardia; dalle comunicazioni agli atti non vi sono stati riscontri di presenze anomale e massive del cormorano a Imbersago, né di interventi numerosi effettuati dalla Polizia per situazioni straordinarie.

Per quanto riguarda nello specifico il controllo selettivo del cormorano, si precisa che l’autorizzazione è in capo a Regione Lombardia, su parere di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Nella nota recentemente pervenuta da parte della Polizia Provinciale di Lecco, si chiedeva parere al Parco in merito alla possibilità di derogare rispetto a una delle condizioni di operatività previste dal programma di controllo selettivo del cormorano, che limita la possibilità di intervento in presenza di specie di interesse faunistico, quali il Tarabuso, la Moretta tabaccata, il Fistione turco, il Tuffetto, lo Svasso.

A tutte le specie di uccelli viventi allo stato selvatico, cormorano pertanto incluso, si applica infatti la tutela prevista dalla Direttiva comunitaria Uccelli, che prevede, tra le molte cose, anche il divieto di disturbo deliberato, in particolare durante il periodo di riproduzione.

Per la tutela cui l’avifauna è soggetta, lo stesso programma di controllo selettivo del cormorano, è stato autorizzato da Regione Lombardia in deroga alle disposizioni della Direttiva Uccelli, secondo una procedura e requisiti ben codificati, di cui dare informativa alla Commissione europea.

È pertanto evidente come le valutazioni del Parco nel merito, non possano che considerare la tutela da garantire agli uccelli all’inizio de periodo di nidificazione, tanto più che la specie ittica in questione, considerata dalla stessa normativa regionale specie alloctona, seppur non dannosa, potrebbe essere supportata con azioni dissuasive alternative.

Il Parco Adda Nord, ha pertanto formulato una nota di riscontro alla Polizia Provinciale di Lecco (indirizzata per conoscenza agli uffici preposti di Regione Lombardia, ISPRA e al Comando Carabinieri Forestali di Como) nella quale si precisa che si ritiene possibile una deroga straordinaria e localizzata per l’utilizzo delle armi da fuoco a scopo dissuasivo anche in presenza di specie faunistiche che subiscano impatti significativi dalle attività di dissuasione del cormorano purché tali specie ornitiche non siano già nidificanti nel tratto fluviale in questione. Tale attività di dissuasione deve essere svolta in subordine ad altre forme di dissuasione incruente e selettive per le quali il personale volontario (GEV) del nostro ente si è detto già disposto a collaborare. Inoltre tale attività non dovrà considerarsi prassi consolidata bensì una soluzione temporanea per evitare morie all’ittiofauna assembrata sotto-sponda in zona a bassa profondità.

Si evidenzia che il Parco nell’ambito dell’azione di tutela di tutta la fauna presente nel proprio territorio attua norme e linee di azione dettate su base scientifica come disposte dai soggetti a tal riguardo definiti, il tutto con l’obiettivo primario della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, senza ritenere alcune specie maggiormente meritorie rispetto ad altre.

L’auspicio è che tutti i soggetti aventi competenza per lo studio di tale straordinario evento, si attivino per approfondirne la valenza e le cause al fine anche di dare risposte e indirizzare soluzioni che abbiano come primario obiettivo la salvaguardia dell’intero ecosistema lì presente.