Lecco, presentato il progetto del Lungolago in versione “sobria”

«Per noi questo tassello è strategico e di fondamentale importanza per far si che Lecco sia sempre più competitiva».
Si è aperta, con queste parole del primo cittadino Mauro Gattinoni, la presentazione progettuale del nuovo lungolago, più recentemente definito “Waterfront”. Il progetto è stato svelato ai consiglieri e alla cittadinanza mercoledì sera nelle sale di Palazzo Bovara.

Ereditato dall’amministrazione Brivio, il progetto è giunto recentemente fase definitiva dopo
il concorso di idee aggiudicato dallo studio di architettura capitanato da Paola Viganò.
Dopo due anni di lavoro si è arrivati al risultato odierno. Esclusi due elementi importanti dell’originale: la piscina galleggiante e il rifacimento della gradinata, originariamente pensate per la zona della Malpensata.

«Il motivo – sottolinea il Sindaco – è legato ai costi lievitati durante la pandemia, che sono triplicati.
La piscina costerebbe 5 milioni, invece dei 1,2 originariamente preventivati e i gradini richiederebbero importanti perforazioni»

Sono 10 milioni i fondi a disposizione, di cui 6,7 dal Pnrr, 2,3 di risorse comunali e 1 dalla Regione per gli interventi inerenti la pista ciclabile.

Subito dopo Gattinoni è intervenuta l’assessora Maria Sacchi che ha sottolineato come il bando prevedesse l’obbligo di rigenerare 60 mila metri quadri. Per questo motivo sarebbe stato necessario rivedere progetto e convenzione. Gli elaborati sono stati consegnati in Comune venerdì e dati ai consiglieri martedì 17. Secondo i due, le scelte fatte per rimanere all’interno della cifra, guardando al risultato finale, porteranno ad avere entro il 2026 un lungolago sobrio e al contempo austero, fruibile e funzionale per cittadini e turisti.

Ma cosa cambierà nel concreto rispetto al lungolago che siamo abituati a vedere oggi?
Lo ha spiegato Simona Bodria dello studio Viganò: «Il lungolago è stato diviso in due parti, quella nord e quella sud. La prima va dal Brick Tamoil fino al monumento ai Caduti, la seconda si spinge fino ai confini del parco dell’Adda nord, con cui va a creare continuità, nell’area dell’addio monti di Pescarenico. Nel primo caso verrà creata una pista ciclopedonale allargando la passeggiata già esistente. Per poter fare questi lavori sarà però necessario guadagnare spazio, andando ad eliminare gli attuali posteggi lato lago. Verrà inoltre ristretta la carreggiata da due corsie ad una in direzione Milano in zona monumento ai caduti».

Un lungolago che riutilizzerà in gran parte il materiale già presente. I sanpietrini verranno riposizionati e rialzati di 15 centimetri per consentire alle radici delle piante di avere agio e di non sollevare il terreno come succede
ora. Alla base degli alberi saranno installate delle grate. Le panchine saranno riverniciate, le piante mantenute per il 98 per cento dei casi e integrate con nuove specie.
Prevista anche la realizzazione di rialzi in prossimità dele fermate dei bus e degli attraversamenti pedonali. L’obiettivo è quello di ridurre la velocità dei veicoli a 30 km orari e disincentivare gli automobilisti ad utilizzare l’arteria del  lungolago per spostarsi verso la Meridiana o altre zone.
Per la pavimentazione verranno utilizzate anche le lastre asportate da Corso Matteotti, che dopo il rifacimento del manto stradale si trovano in un magazzino a Maggianico. La colorazione della pavimentazione è simile a quella grigia di piazza Cermenati.
I lampioni non verranno sostituiti, perché  già dotati di illuminazione a led. Troveranno spazio sul percorso anche colonnine per la ricarica delle bici elettriche e la predisposizione per nuovi chioschi.

Nella zona sud invece il progetto è meno impattante. Non è stata “rivoluzionata” la viabilità ma alcune strade sono state adeguate su modello delle capitali europee, trasformate in vie ciclabili, con precedenza delle bicilette sulle autovetture. È il caso di via Nazario Sauro e di via dell’isola dove si è cercato di colmare le interruzioni pedonali.